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Tra il 1933 e il 1945, furono creati circa 1.000 campi di concentramento e altre strutture carcerarie per ebrei e per altri gruppi considerati indesiderati dal regime nazista. Gli obiettivi di questi campi erano molteplici: lavori forzati, detenzione, e, principalmente, l'eliminazione in massa dei prigionieri.

Primi Campi Nazisti

Non appena salì al potere, il regime nazista iniziò a realizzare diverse strutture destinate ai nemici dello Stato.  

Principalmente destinato ai prigionieri politici, Dachau (Monaco, Germania) fu il primo campo di concentramento ad essere aperto nel marzo del 1933 e rimase operativo fino alla liberazione. In un primo periodo, all'interno vi erano cittadini tedeschi, zingari, testimoni di Geova, omosessuali e altre persone accusate di comportamenti asociali o devianti.  

Le unità delle SS avevano il compito di dirigere e condurre i campi di concentramento.  

A seguito dell'annessione dell'Austria alla Germania, i nazisti iniziarono ad arrestare gli ebrei (tedeschi e austriaci) e a imprigionarli a Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen.  

Dopo eventi come la Notte dei Cristalli, gli ebrei adulti di sesso maschile iniziarono a essere arrestati in massa.

Campi di Lavoro

L'invasione della Polonia, avvenuta nel settembre del 1939, diede inizio alle procedure di costruzione di nuovi campi dove i prigionieri erano costretti ai lavori forzati, spesso insensati e umilianti, effettuati senza le attrezzature, gli indumenti e il nutrimento necessari. I lavori forzati divennero parte fondamentale del sistema dei campi.  

I nazisti perseguirono una politica di annientamento attraverso il lavoro: molti prigionieri morirono per fatica, malnutrizione, malattie, incidenti ed addirittura per essere utilizzati come cavie da laboratorio.  

Verso la fine del 1937, la maggior parte degli uomini ebrei in Germania fu obbligata a fornire lavoro forzato. I nazisti lo sfruttarono già prima dell'inizio della guerra, ad esempio, per fini economici. Inizialmente, gli ebrei furono costretti a trasferirsi nei ghetti e successivamente a lavorare sotto costrizione. Chi veniva ritenuto fisicamente incapace di lavorare veniva brutalmente fucilato o deportato.

L'invasione dell'URSS, iniziata nel giugno 1941, portò ad un aumento dei campi destinati ai prigionieri di guerra. Molti furono uccisi a Majdanek tramite fucilazioni o gas. Questi nuovi campi furono costruiti accanto a complessi già esistenti, come Auschwitz, e uno di essi, vicino a Lublino, inizialmente destinato ai prigionieri di guerra, si trasformò in campo di concentramento nel 1943.  

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tra il 1945 e il 1946, coloro che erano riusciti a sopravvivere allo sterminio, vittime della deportazione nazista ai lavori forzati, si ritrovarono nei campi creati per i profughi, istituiti dagli Alleati per ospitare i rifugiati in attesa di lasciare l'Europa.

Campi di Sterminio

Per realizzare la "soluzione finale" e risolvere la "questione ebraica", i nazisti iniziarono la costruzione di vari campi di sterminio, principalmente in Polonia. L'obiettivo di questi campi era l'eliminazione in massa delle vittime. Il primo campo di sterminio a essere realizzato fu quello di Chelmno, che divenne operativo verso la fine del 1941. Il metodo principale di sterminio utilizzato in Chelmno era l'avvelenamento con i gas di scarico di furgoni appositamente modificati per questa funzione.

Nei mesi successivi, entrarono in funzione anche altri campi di sterminio come Belzec, Sobibor, e Treblinka. Mentre Chelmno e Auschwitz furono costruiti in zone che la Germania aveva annesso nel 1939, Belzec, Sobibor, Treblinka, e Majdanek furono costruiti nel Governatorato Generale in Polonia.

In questi campi vennero uccisi circa 3.500.000 ebrei. Per le SS, i campi di sterminio dovevano essere trattati come operazioni top secret, e pertanto tentarono di nascondere le tracce di ciò che accadeva al loro interno. A tal fine, vennero utilizzate strategie come l'uso di Sonderkommandos, unità speciali formate da prigionieri che erano obbligati a cancellare tutte le tracce delle uccisioni e a rimuovere i cadaveri. Inoltre, alcune strutture dei campi vennero camuffate o modificate per nascondere le vere funzioni dei campi di sterminio.

Quasi tutti i deportati, ad eccezione di un ristretto numero scelto per lavori speciali (i Sonderkommandos), venivano uccisi immediatamente dopo l'arrivo nelle camere a gas. Le camere a gas erano stanze vuote e ampie in cui i prigionieri venivano uccisi con il Zyklon B, un agente a base di acido cianidrico (gas velenoso). Grazie a queste camere, l'efficienza dello sterminio aumentò notevolmente.

Il sottocampo di Auschwitz-Birkenau fu il più grande centro di sterminio: conteneva quattro camere a gas in cui furono uccisi fino a 6.000 ebrei al giorno. Complessivamente, attraverso l'uso di gas tossici e fucilazioni, vennero assassinati quasi 2.700.000 ebrei in questo campo.

Campi di Transito

Gli ebrei, prima di essere deportati nei campi di sterminio, venivano spesso trasportati attraverso i campi di transito. Questi campi servivano come tappa intermedia dove i prigionieri venivano radunati, registrati e poi inviati verso i campi di sterminio. Esempi noti di campi di transito sono Westerbork nei Paesi Bassi e Drancy in Francia.

In Italia

Nel settembre 1940, dopo la firma di un decreto-legge da parte di Mussolini, furono istituiti i campi di concentramento per gli stranieri presenti in Italia, provenienti da paesi nemici. Questi campi erano suddivisi in due principali categorie:

  • Campi destinati agli internati civili: stranieri, soprattutto ebrei, provenienti da paesi nemici.

  • Campi destinati ai deportati civili jugoslavi e ai prigionieri di guerra.

 

Il campo più grande in Italia era situato a Gonars, che arrivò ad ospitare circa 50.000 civili. In totale, i campi di smistamento in Italia furono quattro: Borgo San Dalmazzo, Fossoli, Grosseto, e Bolzano-Gries.

Con l'occupazione nazista, fu creato anche l'unico campo di sterminio italiano: la Risiera di San Sabba, a Trieste. Questo campo operava come un centro di smistamento e sterminio: i prigionieri venivano uccisi con i gas di scarico e i loro corpi venivano bruciati nei forni crematori, per poi essere gettati in mare. La Risiera di San Sabba fu teatro di circa 5.000 morti, mentre altri 25.000 prigionieri vennero deportati nei campi di sterminio in Europa.

Nel aprile 1945, i nazisti, in fuga per l'imminente liberazione, fecero esplodere l'edificio del forno crematorio, cercando di distruggere le prove delle atrocità commesse.

Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio.
Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri,
senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora.

Liliana Segre

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